Scrivere è sempre stato un "momento" particolare per me: senza pretese, senza l'obiettivo di scrivere un libro, per il solo piacere di scrivere per cercare di intrappolare sulla carta pensieri e riflessioni da rileggere (e rivivere) in seguito.
Il momento ideale per scrivere è a mio avviso la sera, la notte... dopo cena, quando il silenzio comincia a calare sulla città, i ritmi rallentano e la buona musica diventa il sottofondo ideale per scrivere.
Adesso scrivo al PC, con tutti i vantaggi del caso, ma ai tempi dell'università avevo messo un annuncio per pen-pals sulla Smemoranda e scrivevo decine di lettere la settimana con gente che in alcuni casi ho poi conosciuto di presenza: dinamiche social che oggi farebbero ridere nel contesto dei social network.
Ma ci sono gesti i cui fascino mai potrà essere eguagliato dai social: chiudere la busta, affrancare, spedire... ed aspettare (una settimana nella migliore ipotesi), la lettera di risposta.
L'ho raccontato a mio figlio (10 anni) ed ha sorriso... L'ho proposto a mia figlia (8 anni) che ha a Roma una carissima amica e mi ha guardato incuriosita... vedremo!
"Tannura" è il titolo casuale per certi aspetti, che mi è piaciuto dare a questa quasi disorganizzata raccolta di pensieri.