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Febbraio 2002

Donnalucata

Fui giovane e felice un'estate, nel cinquantuno. Nè prima ne dopo: quell'estate. E forse fu grazia del luogo dove abitavo, un paese in fugura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le sue metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all'altro, trafelate come staffette dei Cavalleggeri del Re... Che sventolare, a quel tempo, di percalli da corredo e lenzuola di tela di lino per tutti i vicoli delle due Modiche, la Bassa e la Alta; e che angele ragazze si spenzolavano dai davanzali, tutte brune.
Quella che amavo io era la più bruna.

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Argo il cieco - Gesualdo Bufalino

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